Lavandaia mestiere
La lavandaia , un mestiere dimenticato. Lavandaia ad un lavatoio pubblico. Il mestiere della lavandaia. Ci sono una serie di antichi mestieri che oggi, spesso a causa della tecnologia, sono del tutto scomparsi. Uno di questi è sicuramente quello della lavandaia.
Inizialmente, le prime lavandaie erano costrette a lavare i panni nel fiume, in ginocchio, alle intemperie, sotto il sole e . Il duro mestiere di lavandaia era appannaggio femminile quasi esclusivo e lo praticavano, soprattutto, le donne sole: madri nubili, zitelle, vedove di guerra o del lavoro. Gli uomini di casa, padri,. Una figura utile, presente a Firenze come in altre città, città dove la quotidianità scorreva in maniera semplice e le famiglie, anche più benestanti, osservavano la parsimonia come una . Il lavaggio dei panni divenne anche un vero e proprio mestiere : la lavandaia passava di casa in casa delle persone abbienti a ritirare il bucato e lavava i . Non vi è esempio migliore della lavandaia per identificare una contadina nobilitata da un lavoro che la porta in città di casa in casa a togliere o riconsegnare i panni. La si distingue per la grande sporta o immenso fagotto di biancheria, sporca o candida, che trasporta.
Donna che esercita il mestiere (comune nel passato) di lavare la biancheria altrui, in casa, in un lavatoio pubblico o in apposite aziende (lavanderie): E cadenzato dalla gora viene Lo sciabordare delle lavandare (Pascoli). Di solito, raccoglievano la biancheria da lavare e con i cesti di panni in testa si recavano a. Canale, poi tornavano in campagna cantando un canto portafortuna. Esse infatti la sera facevano il giro per le case delle famiglie raccogliendo i panni sporchi.
Gli strumenti del mestiere della lavandaia erano il sapone solido a pezzi, la cenere di legna, la tavola da lavare, il colatoio (vaso di terracotta, forato in basso) , il mastello, il telo di canapa (ceneraccio), la brocca (broccuccia), la conca, la caldaia, il fornello, il mestolo di metallo (cazza), il bastone di legno biforcuto. Un antichissimo mestiere , quasi esclusivamente femminile, quello delle lavandaie. Gravina ha ben conosciuto queste donne forti e vigorose.
Un mestiere duro e scarsamente remunerativo. Quello della lavandaia era uno dei lavori più facili da esercitare per una donna in cerca di occupazione, in un centro abitato di una anche limitata dimensione, negli anni da noi presi in considerazione. Come si faceva a lavare i panni? Si chiamava la lavandaia , mestiere estinto da decenni.
Il lavoro era svolto da donne robuste, che dovevano sopportare pesi e fatiche notevoli. Ancora il canonico Celano: Prende questo nome dalle arene che vi lasciano i torrenti delle acque piovane che calano dal monte dei Camaldoli. Ma prima di parlare della lavandaia , guardiamo i riflessi che questo mestiere aveva nella zona del Vomero. Beatrice è intervenuta per impedirlo, e proteggere la sua giovanissima lavandaia da quella vessazione.
Giovanni Battista Spaccini, il quale sosteneva che Clelia fosse nata da una relazione del cardinale con una lavandaia , e che rimanda a un accenno di Michel de Montaigne nel Journal de voyage, che citerebbe il cognome di Clelia come Fascia per ricordare il probabile mestiere svolto dalla madre.